Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
De Natura Deorum III,29
|
|
originale
|
|
[29] Illa autem, quae Carneades adferebat, quemadmodum dissolvitis? Si nullum corpus inmortale sit, nullum esse corpus sempiternum: corpus autem inmortale nullum esse, ne individuum quidem nec, quod dirimi distrahive non possit; cumque omne animal patibilem naturam habeat, nullum est eorum, quod effugiat accipiendi aliquid extrinsecus, id est quasi ferendi et patiendi necessitatem, et si omne animal tale est, inmortale nullum est. Ergo itidem, si omne animal secari ac dividi potest, nullum est eorum individuum, nullum aeternum; atqui omne animal ad accipiendam vim externam et ferundam paratum est; mortale igitur omne animal et dissolubile et dividuum sit necesse est.
|
|
traduzione
|
|
29.E come sciogliete voi i ragionamenti di Carneade? ?Se nessun corpo ? immortale - cos? argomenta - nessun
corpo pu? essere eterno; ma nessun corpo ? immortale, n? indivisibile n? alieno da decomposizione e dissolvimento. E
poich? ogni essere vivente ? per natura suscettibile di influssi esterni, nessuno potr? sfuggire all'ineluttabile destino di
subire azioni dall'esterno, cio? di sopportare e di soffrire, e se tale ? la natura di ogni essere fornito di vita, nessuno ?
immortale.
Analogamente se ogni essere vivente pu? essere tagliato e fatto a brani, nessuno sar? indivisibile, nessuno eterno.
Ma ogni essere vivente ? naturalmente disposto a ricevere e a subire violenza dall'esterno: ogni essere vivente sar?
dunque necessariamente mortale e suscettibile di decomposizione e di dissolvimento.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|